L’indice glicemico (IG) di un alimento viene espresso in percentuale e permette di determinare la rapidità con cui una porzione di quell’alimento, che contiene carboidrati, fa aumentare la glicemia. L’indice glicemico degli alimenti viene confrontato con l’indice glicemico del glucosio o del pane bianco che hanno un IG del 100% e sono definiti alimenti standard.
Facendo un esempio pratico: gli spaghetti hanno un IG di 49, pertanto determineranno un aumento della glicemia che sarà circa la metà di quello determinato dal glucosio o dal pane bianco. In base all’indice glicemico si distinguono:
- Alimenti ad alto indice glicemico (IG > 70)
- Alimenti a medio indice glicemico (55
- Alimenti ad basso indice glicemico (IG< 55)
Precisiamo che l’indice glicemico è un parametro che può variare poiché è influenzato dal contenuto di grassi, proteine e fibre presenti in un pasto, dal tipo e dalla durata della cottura di un alimento nonché dalla temperatura stessa dell’alimento.
Solo alcuni alimenti non determinano aumento della glicemia, tra questi abbiamo dolcificanti naturali come la stevia e l’eritritolo e i dolcificanti artificiali come aspartame, saccarina ecc… dei quali, però, è necessario non abusare poiché possono agire negativamente sulla flora batterica intestinale. In generale, ricordiamo che tutti gli alimenti, anche quelli che contengono grassi e/o proteine, determinano un aumento più o meno rapido della glicemia. Pertanto si consiglia sempre di prediligere alimenti a basso IG ed attenersi alle indicazioni per una sana e corretta alimentazione.
Informazioni a cura della Dott.ssa Maria Mattera, Dietista e Nutrizionista.