La
vitamina B12 (o cobalamina per la presenza del cobalto) è una vitamina idrosolubile dal forte potere energizzante, è coinvolta nel funzionamento corretto del tessuto nervoso, nel metabolismo dei macronutrienti, nella sintesi dei globuli rossi e degli acidi nucleici. Una sua carenza può provocare disturbi neuropsichiatrici, debolezza muscolare, irritabilità, emicrania, anemia megaloblastica.
Essa è prodotta da batteri e archeobatteri presenti nel terreno che contaminano vegetali e animali, pertanto ne sono ricchi solo i cibi di origine animale che si cibano di elementi “contaminati”, mentre quelli di provenienza vegetale ne sono privi: per seguire le corrette norme igieniche, infatti, essi sono lavati prima dell’ingestione e ciò allontana la vitamina dalla loro superficie.
I cibi più ricchi di vitamina B12 sono pertanto le frattaglie, i mitili, i pesci grassi come trota e salmone, il tonno, le uova, i formaggi. Frutta e verdura non ne possiedono, mentre le alghe e i lieviti apportano soprattutto la forma inattiva. Sebbene un suo deficit non sia immediato e si sviluppi col tempo (il fabbisogno giornaliero è abbastanza esiguo, in condizioni fisiologiche), i vegani possono sopperirne la mancanza ricorrendo a supplementazioni orali, attraverso alimenti addizionati in cobalamina o integratori.
Informazioni a cura della Dott.ssa Caterina Perfetto, Biologa Nutrizionista.